Impianti antincendio: tutte le tipologie e le differenze

16 marzo 2022


La prevenzione di incendi costituisce un servizio di interesse pubblico per il conseguimento di obiettivi di sicurezza della vita umana e incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell’ambiente secondo criteri applicativi uniformi nel territorio nazionale. (DPR n.577 del 29/07/1982)


Per impianto antincendio si intende l’insieme dei sistemi di protezione attiva contro l’incendio. Si tratta di un insieme di dispositivi elettronici, elettromeccanici, idraulici o di altro genere che hanno l’obiettivo di prevenire o spegnere un incendio e dare l’allarme. Ciò significa che ci sono diverse tipologie di impianti con diverse funzionalità: gli impianti di rilevazione, quelli di estinzione e di controllo e quelli di smaltimento del fumo e del calore.

I sistemi di rivelazione antincendio

I sistemi di rivelazione antincendio vengono progettati per attivarsi al primo segnale di pericolo e quindi sono programmati per riconoscere la presenza di un incendio o di fumo. Sono composti da rivelatori in funzione 24 ore su 24 in grado di monitorare la minima variazione nella composizione dell’aria e nella temperatura interna di un ambiente. Vengono utilizzati in una vasta gamma di ambienti come centri commerciali, ospedali, strutture sanitarie, alberghi, ecc.

La struttura di un impianto di rivelazione antincendio è costituita da un insieme di dispositivi elettronici collegati tra loro attraverso una rete elettrica:

    • La centrale, che è l’organo di gestione dell’impianto al quale tutti i dispositivi sono connessi. Riceve i dati dei rivelatori e dopo averli accertati, emette i segnali agli organi di segnalazione.

    • I rivelatori di fumo, di gas, di calore, di fiamma che ne segnalano la presenza e devono sempre essere posizionati sul soffitto perché sia il fumo che il calore prodotti da un incendio si muovono verso l’alto. Al loro interno hanno dei circuiti elettronici in grado di limitare il più possibile i falsi allarmi. Quando i rivelatori si attivano, il segnale viene inviato alla centrale, che a sua volta mette in azione gli organi di segnalazione.

    • Gli organi di segnalazioni, che segnalano l’allarme in corso e le vie di fuga. Si suddividono in ottici (allarmi luminosi), acustici (sirene) e ottico-acustici e inviano il segnale ai soccorritori esterni (come vigili del fuoco, forze dell’ordine).


Non solo, i rivelatori sono anche definiti puntiformi perché rappresentano un punto di rilevamento e ce ne sono di diversi tipi:

    • Ottici di fumo, che all’interno hanno un trasmettitore e un ricevitore di luce separati da un labirinto opaco che impedisce alla luce emessa di raggiungere il ricevitore. Ma in presenza di fumo, a causa del riflesso che provoca, la luce raggiunge il meccanismo e scatta l’allarme. Si tratta di un fenomeno fisico chiamato effetto Tyndall.

    • Di fumo a ionizzazione, che rilevano tutti i tipi di fumi prodotti da una combustione, anche quelli invisibili dell’alcool etilico grazie al fenomeno della ionizzazione (ovvero la creazione di ioni che si formano durante la combustione).

    • Di fumo, che vengono utilizzati per le grandi superfici. Sono composti da un emettitore che trasmette i raggi infrarossi a un ricevitore, creando così dei fasci infrarossi. Quando l’emettitore non riesce a raggiungere il ricevitore sulla parete opposta a causa della presenza di fumo scatta l’allarme. Vengono definiti lineari perché la presenza di fumo può essere rilevata da qualsiasi fascio infrarosso.

    • A campionamento, che aspirano l’aria degli ambienti monitorati attraverso delle valvole e analizzano se nel campione è presente del fumo.

    • Di fiamma, che rilevano la presenza di un incendio in base alla radiazione infrarossa o ultravioletta emessa durante la combustione.

    • Di temperatura, che monitorano la temperatura dell’ambiente e segnalano eventuali superamenti di una soglia stabilita o la velocità eccessiva di questa variazione.

I sistemi di estinzione antincendio

Questi sistemi si suddividono principalmente in tre categorie, ovvero gli estintori, le reti di idranti e gli impianti automatici di controllo e di estinzione. Quest’ultimi si suddividono in: sistemi sprinkler, estinguenti di tipo gassoso, ad aerosol e a polvere ed impianti ad acqua nebulizzata, a diluvio e a riduzione dell’ossigeno.

Solitamente questa tipologia di impianti è interconnessa con un sistema di rivelazione.

  • I sistemi sprinkler: in inglese sprinkler significa “spruzzatore”. Questi sistemi sono impianti automatici antincendio a pioggia in grado di erogare acqua secondo diverse configurazioni e sono progettati per estinguere l’incendio nella fase iniziale oppure per tenerlo sotto controllo in modo che l’estinzione venga completata con altri mezzi. Anche in questo caso ci sono diverse tipologie di sistemi sprinkler con diverse caratteristiche.

  • Estinguenti di tipo gassoso: fra gli estinguenti più utilizzati di tipo gassoso negli impianti di spegnimento c’è l’anidride carbonica (CO2) che grazie alle sue proprietà estinguenti provoca la diminuzione della concentrazione di ossigeno nell’ambiente, bloccando la combustione e determinando quindi un raffreddamento dell’area interessata. Non rilascia nessun tipo di residuo dopo il suo intervento.

  • Estinguenti di tipo aerosol: costituiti da un sistema di particelle solide o liquide divise tra loro all’interno di un dispositivo chiamato generatore che appunto lo genera. La loro attivazione avviene attraverso un dispositivo termico e sono in grado di spegnere un incendio saturando l’ambiente di queste particelle.

  • Estinguenti a polvere: composti da una polvere chimica simile a quella utilizzata negli estintori portatili che agisce bloccando la catena di reazione della fiamma.

  • Impianti ad acqua nebulizzata: Si tratta di un’alternativa ai sistemi di estinzione a gas. È un sistema che genera una nebbia di goccioline d’acqua tramite appositi dispositivi ed erogatori che assorbe il calore prodotto dalla combustione e impedendogli di svilupparsi.

  • Impianti a diluvio: composti da una rete di spegnimento, una rete di rivelazione e una valvola a diluvio che viene aperta automaticamente nel caso di incendio.

  • Impianti a riduzione dell’ossigeno: nell’ambiente da proteggere viene immesso un gaso inerte (come l’azoto) che riduce la concentrazione dell’ossigeno e permette di avere una situazione controllata e non pericolosa.

I sistemi di smaltimento di fumo e calore

Questi sistemi sono finalizzati ad estrarre dall’ambiente coinvolto dall’incendio una quantità di fumo sufficiente per raggiungere gli obiettivi previsti dal Codice di prevenzione incendi ovvero per consentire l’intervento delle squadre di soccorso interne e dei Vigili del Fuoco.

Possono essere delle aperture che coincidono con quelle già preesistenti (finestre, porte) che hanno le giuste caratteristiche per eseguire lo smaltimento in modo sicuro oppure dei sistemi di evacuazione di fumo e calore. Generalmente questi sono dei sistemi di ventilazione orizzontale forzata che permettono di mantenere le vie di esodo libere da fumo e calore, agevolano le operazioni antincendio e ritardano il flash over.

Di quale impianto antincendio hai bisogno?

Come abbiamo visto ci sono moltissime tipologie di sistemi e la scelta deve essere fatta in base alle vostre necessità, se l’ambiente da proteggere rientra nelle categorie soggette alla prevenzione incendi e in base al tipo di rischio presente nello stesso.

Verona Security Group vi offre un’ampia gamma di soluzioni personalizzate, grazie all’esperienza decennale nel settore antincendio, nel rispetto della normativa vigente.

Per qualsiasi informazione a riguardo, non esitate a contattarci al numero 0454770440 oppure scriveteci via mail: contatti@veronasecuritygroup.it